Il viaggio che vorrei
È quello mai fatto, senza programmi e tabelle di marcia. Senza tempi contati e date certe per il rientro. Un viaggio alla ricerca di qualcosa di cui preoccuparsi.
È quello mai fatto, senza programmi e tabelle di marcia. Senza tempi contati e date certe per il rientro. Un viaggio alla ricerca di qualcosa di cui preoccuparsi.
L’antichissima abitazione dei popoli nomadi dell’Asia centrale: simbolica rappresentazione delle loro millenarie tradizioni.
Immagini dalle Canarie e i ricordi di un’escursione a Playa de Güigüí.
Il tarlo nella testa non se ne va, non può andarsene ed è per questo che la notte di Capodanno di quell’anno, quando l’autore si trova in Laos, la scelta diventa realtà. Niente aerei. Fino alla fine del 1993.
Riflessioni con una guida turistica nella pianura del parco nazionale di Thingvellir, intorno alla possibilità che l’Islanda ha di trasformarsi in due isole separate per il progressivo movimento delle placche tettoniche. Ci sarà una nuova linea di confine tra Europa e America?
Se per le strade c’è ancora qualcuno che si spoglia e vuole cantare, che il sole del buon Dio sia benedetto; il racconto della “Cantata anarchica per Fabrizio De André”.