Alimentazione e sostenibilità: il paradosso del falso ottimismo

La tecnologia sta conducendo l’umanità lontano, portandoci nel futuro; credo però che non ci stia aiutando a risolvere alcuni grandi problemi creati nel passato, che avranno ripercussioni sui giorni a venire.

Divenuto di interesse quanto mai attuale, l’impatto catastrofico causato dall’attività umana sull’ambiente, è argomento quotidiano per telegiornali e riviste. Le tragiche conseguenze spaziano dall’esaurimento delle risorse naturali, al surriscaldamento globale, alle specie in via d’estinzione fino ad alcune problematiche legate al cibo che consumiamo.

Il tema alimentare, tra questi, ha attratto la mia attenzione, facendomi sempre più riflettere sull’indissolubile legame tra alimentazione e sostenibilità.

Le previsioni della FAO

Affinché questi grandi temi non siano privi di concretezza, la FAO nel 2009 definì preoccupante l’attuale crescita di popolazione. Nello specifico quest’ultima richiederà un aumento del 70% della produzione alimentare entro il 2050.

Un’ affermazione sconcertante, che dovrebbe aver smosso gli animi ed aver portato ad una riorganizzazione agricola. La domanda che infatti sorge spontanea è: come sfamare 10 miliardi di persone che nel 2050 popoleranno il pianeta se le sue risorse rimarranno sempre le stesse?

Gli ambientalisti del passato

Due grandi ambientalisti statunitensi hanno tentato, già a metà del ‘900, di rispondere proponendo soluzioni molto aggressive e diametralmente opposte: l’ecologista William Vogt (1902-1968) con il suo umano pessimismo e l’agronomo Norman Borlaug (1914-2009) con tecnologico ottimismo.

Se da un lato Vogt sembra trovare una soluzione allo strenuo consumo di risorse ponendovi un freno; Borlaug investe fiducia nelle capacità umane ed in particolare nella tecnologia, la nostra arma per la sopravvivenza.

La tesi di William Vogt

Andando più nello specifico, Vogt sosteneva che l’attuale tasso di consumo delle risorse naturali non fosse affatto ad un ritmo sostenibile; la conseguenza inevitabile sarebbe stata l’esaurirsi degli ecosistemi. Infatti, secondo l’ecologista, essi sono dotati di un limite oltre il quale non possono più produrre.

We must come to understand our past, our history, in terms of soil and water and forests and grasses that have made it what it is.

William Vogt

L’ovvio risultato porta quindi ad un aumento della fascia di popolazione che ha meno accesso al cibo ed alle risorse. Questa soluzione, quindi, non risolve il nostro quesito iniziale.

Per poter sfamare sempre più bocche Vogt si rivolge alla formula less is better; dove i consumi si adeguano alla capacità rigenerativa della terra. Con una riduzione uniforme dei consumi, si può infatti assicurare a tutti un accesso corretto alle risorse.

La tesi di Norman Borlaug

Borlaug, invece, riteneva l’uomo ed il suo crescente ingegno in grado di risolvere questi grandi problemi. L’arma a suo particolare uso sarebbe stata la tecnologia. A sostegno di ciò, egli fu uno dei precursori della cosiddetta Rivoluzione verde. Quest’ultima consiste nella combinazione di particolari tecniche agricole con colture ad alto rendimento con il fine di aumentarne la produzione.

There are 6.6 billion people on the planet today. With organic farming we could only feed four billion of them. Which two billion would volunteer to die?

Norman Borlaug

“L’esperimento Borlaug” sicuramente riuscì, è infatti grazie o a causa sua che l’agricoltura odierna è come la conosciamo oggi. L’incredibile spinta data alla produttività da Borlaug è avvenuta grazie all’introduzione di fertilizzanti ed all’agricoltura meccanizzata. Il risultato visibile nel presente è la cosiddetta agricoltura intensiva.

Molte critiche sono state rivolte a Borlaug, tra cui quella di aver portato la monocoltura su larga scala e l’agricoltura intensiva in Paesi che ancora non la conoscevano. Questo fenomeno ha causato evidenti danni ambientali e sociali.

A che punto siamo oggi?

Odio lo “spoiler”, tenterò perciò di non cadere nella tentazione di rivelare quale delle due tesi sia sopravvissuta oggi. Non dirò quindi quale sia il principale movimento ambientalista che sta guidando le fila mondiali; basti pensare a quello della nota Greta Thunberg.

Tuttavia, posso dire con certezza, che pochi ambientalisti sono ottimisti e che l’opposizione ad essi risulta piuttosto scettica di fronte al problema.

La tecnologia sta conducendo l’umanità lontano, portandoci nel futuro; credo però che non ci stia aiutando a risolvere alcuni grandi problemi creati nel passato, che avranno ripercussioni sui giorni a venire. Quelle conseguenze appaiono lontane e risulta quindi difficile a molti comprenderne la portata.

L’informazione, invece, può darci le armi per contestare il passato, capire il presente ed affrontare il futuro, speriamo, nel modo più sostenibile possibile.


Partendo da questa introduzione verranno sviluppate, nelle prossime uscite, tematiche riguardanti alimentazione e sostenibilità. Gli articoli tratteranno argomenti sempre più specifici per poter conoscere e farsi opinioni su eventi che stanno cambiando il nostro mondo per sempre.

Puoi continuare a rimanere aggiornato su questi temi seguendo la rubrica Alimentazione e sostenibilità.