Campanili in Italia: i più famosi

Una volta erano loro a definire lo sky line dei borghi e delle città ed erano un simbolo della loro identità.

Prima che si iniziasse a costruire grattacieli il profilo di tutti gli agglomerati urbani era caratterizzato dalle sagome di torri e soprattutto di campanili. Simbolo mistico della linea del cielo verso cui tendono, i campanili sono diventati anche l’identità di una comunità e la rappresentazione del tempo, misurato dal suono delle campane che scandiva i ritmi della preghiera.

L’origine del campanile

L’origine dello strumento sonoro è probabilmente cinese (terzo o quarto millennio prima di Cristo) e venne importato in Europa durante l’Impero romano d’Oriente.

Il suo nome latino era l’onomatopeico tintinnabulum o vasa campana, termine derivato dalla regione dove per prima, intorno all’ottavo secolo dC, si diffuse la costruzione di vasi in bronzo con un battente interno: la Campania, e in particolare la cittadina di Nola (per questo i campanili sono chiamati anche torri nolari), dove intorno al 420 dC il vescovo della città, San Paolino, per primo utilizzò le campane per adunare i fedeli, mettendole su un’alta impalcatura affinché il suono si diffondesse meglio.

Alcuni storici ritengono che i campanili siano la trasposizione cristiana dei minareti delle moschee arabe, le torri da dove i muezzin ricordano per cinque volte in 24 ore (giorno e notte) quando è il momento della preghiera islamica. La funzione era la stessa; le campane prendevano il posto della voce e al suono cadenzato dei rintocchi si accompagnò anche la rappresentazione visiva del tempo che passava: prima le meridiane poi gli orologi meccanici.

Le chiese nate prima dell’ottocento non avevano campanili ma la loro costruzione si diffuse rapidamente dopo che Papa Stefano II nel 752 decise di edificare una torre con campane accanto alla basilica di san Pietro, quella voluta da Costantino sul colle del Vaticano, nel luogo in cui fu sepolto Pietro dopo la sua crocefissione.

In quella chiesa furono incoronati Carlo Magno e il Barbarossa, e sullo stesso sito venne innalzata tra il 1500 e il 1600 l’attuale basilica, progettata da Bramante, Raffaello e Michelangelo.

Il nuovo elemento architettonico veniva aggiunto in maniera casuale: a sinistra, a destra, o alle spalle dell’edificio religioso, dove uno spazio libero l’avrebbe consentito. Intorno all’anno mille quasi tutte le chiese avevano il loro campanile.

Le prime torri campanarie furono a pianta circolare, con scale interne per raggiungere la sommità, sul modello di antiche torri romane e dei fari. Lo testimoniano i campanili di Ravenna (delle chiese di Santa Maria Maggiore, di Apollinare in Classe e del Duomo), datati fine 700, mentre il più famoso tra i campanili circolari, quello pendente di Pisa, risale, come inizio di costruzione, al 1174.

Da allora in poi tutti i progetti per realizzare nuove chiese compresero anche un campanile e furono gli stili architettonici in auge a determinarne la forma.

In epoca Romanica

Tra il 1100 e il 1200 prevalse il gusto romanico. Le nuove torri erano a pianta quadrata con piccole finestre, simili a feritoie. Tra i più noti la basilica di San Francesco ad Assisi, la cattedrale di Trani e la chiesa della Santissima Trinità di Saccargia. Quest’ultima, gioiello di architettura romanica-pisana con un campanile a fasce bicolori, sorge nel nulla del territorio di Codrongianus, sulla strada tra Sassari e Tempio Pausania.

Soprattutto all’estero, ma anche in Italia (ad esempio le chiese di Sant’Ambrogio a Milano e Sant’Abbondio a Como), le torri sono spesso due, poste in facciata oppure verso il transetto.

In epoca Gotica

I campanili gotici, predominanti tra il 1200 e il 1400, imponenti ma più slanciati verso l’alto, sono ricchi di decorazioni fantastiche e floreali, con numerosi archi ogivali e rampanti. Le torri sono spesso due o più, ma si riscontrano anche esempi con un solo campanile.

Appartengono a questo gruppo le torri delle cattedrali di Notre Dame a Parigi e a Strasburgo, della chiesa di Sant’Andrea a Mantova e di San Francesco ad Ascoli Piceno (raro modello di pianta pentagonale). È gotico anche il campanile più alto del mondo (161.53 metri), che svetta dal duomo di Ulma (città natale di Albert Einstein), la più grande chiesa luterana in Germania, costruita nel XIV secolo e completata nel 1890. Tempi di costruzioni lunghissimi, come per il duomo di Milano, che curiosamente un campanile non ce l’ha.

Fu demolito nel 1868 e le campane vennero collocate nell’intercapedine del tiburio, tra la volta interna e le pareti esterne.

I campanili Rinascimentali

Nel 1400 fu la volta dei campanili rinascimentali, costruzioni più leggere e slanciate, ma non per questo meno imponenti. Ne sono esempi i campanile di Giotto a Firenze, quello del duomo di Bolzano e del santuario di Santa Maria della Croce a Crema. Le decorazioni sono semplici e improntate al gusto classico da cui derivano. Si fanno strada anche campanili molto semplici, quelli cosiddetti “a vela”, costituiti da una sola parete di muro, coperta da un semplice tetto e contenente una o più campane.

In epoca Barocca

Con l’esplosione del barocco nel 1600 assumono forme molto varie. Siano campanili a torre, a facciata o a vela, tutti hanno stucchi e decorazioni fantasiose e originali. In quel periodo si diffonde, soprattutto in Austria e Germania ma anche in Trentino Alto Adige, anche il gusto (mutuato dalle chiese ortodosse come San Basilio a Mosca) di ornare la sommità dei campanili con una cupola a forma di cipolla che ricorda la fiamma di una candela. Ricordiamo tra le altre quella di Glorenza, la piccola città dal passato glorioso.

In epoca Neogotica

Poi seguirono campanili neogotici (come quello di San Marco a Venezia, ricostruito dopo il crollo del 1902, o la torre civica del Big Ben a Londra) e i neoclassici (come la basilica di Superga a Torino) per arrivare agli eclettici, caratteristici per la contaminazione di più stili, ai contemporanei e ai futuristi.

Menzione a parte meritano le torri della Sagrada Familia di Barcellona, per la complessità dell’opera e perché non catalogabili in uno stile.

Quando sarà completata, forse intorno al 2026, conterà 18 torri e 84 campane. La torre centrale, quella dedicata a Gesù (le altre sono per i dodici apostoli, i quattro evangelisti e la Madonna) raggiungerà, con i suoi 172.5 metri, il nuovo primato in altezza.

In Europa: i campanili da ricordare

Tra i campanili più celebri in Europa, oltre a quelli già citati, è doveroso ricordare quelli della cattedrale di Rouen in Francia, con la guglia traforata in ghisa (151 metri) e “Steffi”, la guglia più alta (137 metri) del duomo di Vienna (quello con il tetto di maioliche); la torre campanaria della cattedrale di Siviglia, (la Giralda, che era un antico minareto) e la Tour Inimitable del Municipio di Bruxelles.

In Italia, il Torrazzo di Cremona (che è uno dei più alti campanili in laterizio del mondo) e la Ghirlandina del Duomo di Modena. Tra le curiosità, il campanile trecentesco immerso nelle acque del Lago di Resia in Alto Adige e quello del Duomo di Messina, ricostruito dopo il terremoto del 1908 e munito del più grande orologio astronomico al mondo.