Mercatore, le nostre proiezioni erranti sul mondo

In ogni classe che abbiamo frequentato, è presente una manifestazione evidente di questa proiezione errata: sulla cartina che abbiamo imparato a conoscere dalle elementari è presente una Groenlandia grande come l’Africa e un Sud America equivalente all’Europa.

Il mondo così come è realmente da intendersi è stato “scoperto” nel 1973. La prima autentica rappresentazione del globo ha meno di mezzo secolo:

Da cinquemila anni esistono le carte geografiche, e da tremila anni queste carte hanno contribuito a formare l’immagine che l’uomo ha del mondo. Scienziati, storici, papi, ricercatori, navigatori hanno disegnato delle carte, ma solo da 400 anni esiste il mestiere di cartografo. Come storico con interessi geografici ho studiato la storia della cartografia con particolare interesse. Mi resi conto della inadeguatezza delle carte terrestri esistenti che non favorivano, tra l’altro, la migliore soluzione che sempre sorge quando si trasporta la superficie terrestre su un foglio piano. La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra.

La rivoluzione di Peters

Parola di Arno Peters, storico e cartografo tedesco che nel 1973 diede vita a un’autentica rivoluzione cartografica. Fondatore dell’Istituto per la Storia Universale a Brema, Peters dedicò la sua intera ricerca storica a uno sguardo sincronico: teso a mostrare la contemporaneità dei fatti storici nelle diverse parti del mondo. La sua visione faceva così decadere la centralità di Roma e di Atene, quella dell’Europa nel medioevo; per far spazio alle civiltà cinese e indiana, al mondo arabo e a quello africano.

Una scelta ideologica e provocatoria, trasportata nella geografia per dare vita a un’autentica rivoluzione. La proiezione che porta il suo nome – e quello di un sacerdote scozzese che nel 1885 aveva messo sulla carta la stessa sconvolgente intuizione, sino ad allora caduto nel dimenticatoio –  pur essendo lontana dalla perfezione scientifica, ha squarciato il velo di Maya della rappresentazione distorta del globo.

La proiezione di Mercatore

Ellissoide di rivoluzione schiacciato ai poli, questa è la forma del pianeta su cui viviamo (con buona pace di chi sostiene che la Terra sia piatta). Rappresentare perfettamente una superficie curva su un foglio piano è impossibile, si finisce per forza per operare una qualche distorsione. Angoli, aree o distanze reali; occorre operare una scelta su quale delle tre grandezze conservare.
La forma del mondo che abbiamo in testa è stata disegnata nel 1569 da un cartografo fiammingo: Gerhard Kremer, latinizzato in Gerardus Mercator, in italiano Mercatore. Dopo una lunga serie di studi sulle carte e sull’utilizzo del corsivo, il cartografo in odore di eresia operò la sua scelta: la preferenza ricadde sugli angoli. La sua carta sarebbe servita principalmente ai navigatori e ai mercanti europei che in quegli anni iniziavano a solcare i sette mari in esplorazioni, conquiste e commerci.

Le nostre proiezioni erranti

La scelta operata da Mercatore ormai cinquecento anni fa ha dovuto sacrificare le reali dimensioni delle superfici, che risultano tanto più deformate quanto più ci si allontana dall’Equatore. In ogni classe che abbiamo frequentato, è presente una manifestazione evidente di questa proiezione errata: sulla cartina che abbiamo imparato a conoscere dalle elementari è presente una Groenlandia grande come l’Africa e un Sud America equivalente all’Europa. In realtà, chilometri quadrati alla mano, il continente nero è 14 volte più grande dell’isola dei ghiacci; l’America Latina è il doppio dell’Europa.
Mercatore operò un’ulteriore deformazione, collocando l’Europa al centro della carta. Sostando l’Equatore più in basso, rese l’Emisfero Nord decisamente più grande, restringendo quello sud.

La cartografia è politica, e ci sono voluti oltre quattro secoli e un lungo e difficile percorso di decolonizzazione per arrivare a una proiezione del globo terrestre che rispettasse le reali dimensioni di ogni area della terra. Un’operazione non solo scientifica ma anche ideologica, volta a recuperare, insieme alle reali dimensioni di ogni singolo paese, la dignità di ogni popolo. Il sud del mondo ha la stessa importanza del nord, e noi europei ci scopriamo molto più piccoli e non più al centro del mondo.