Maimiti Sailing: quando la barca vela può essere un progetto sostenibile

Paradossale aggirarsi per Genova, vedere migliaia di barche a vela sempre ferme all’ormeggio, e non trovare nemmeno una deriva in affitto. Per quanto esistano corsi, vacanze in barca, noleggio e regate nessuna tra queste formule mi ha mai permesso di sentirmi veramente in grado di navigare in modo libero.

Durante gli scorsi mesi mi sono interessato a un mondo che non conoscevo per niente, quello della barca a vela. L’ho fatto a Genova, dove ho frequentato il corso per ottenere la patente nautica, presso la Lega Navale.

Lì ho conosciuto un ragazzo che, dopo aver lavorato per dieci anni come sistemista al CERN di Ginevra, ha scelto di tornare nella città dove è nato, comprare una barca a vela con tutti i risparmi accumulati e dare vita a un nuovo progetto: Maimiti Sailing. Lui si chiama Luigi Gallerani, ma tutti lo chiamano Lutz.
Durante l’estate scorsa ho partecipato a qualche breve uscita fuori Genova sulla sua barca e, tra una virata e l’altra, gli ho fatto qualche domanda.

Qual è l’idea di Maimiti?

Maimiti è una barca a vela su cui giovani con talento e passioni sono i benvenuti a bordo, per navigare e condividere il proprio entusiasmo e amore per il mare e la marineria. Maimiti punta ad avere un equipaggio autosostenibile: ragazzi e ragazze volontari, in grado di veleggiare in autonomia, mantenere la barca e trasmettere a nuovi aspiranti marinai la propria passione, con una formula costi e tempistiche accessibili per un giovane.

Come è nata e perché?

Senza barca non si naviga, dice un antico proverbio; quando ero studente pativo enormemente non poter trovare una barca accessibile per navigare ogni volta che c’era vento. Il mare chiamava, ma ero imprigionato a terra. Paradossale aggirarsi per Genova, vedere migliaia di barche a vela sempre ferme all’ormeggio, e non trovare nemmeno una deriva in affitto. Per quanto esistano corsi, vacanze in barca, noleggio e regate nessuna tra queste formule mi ha mai permesso di sentirmi veramente in grado di navigare in modo libero. Passano gli anni e ho la fortuna di imbattermi e diventare presidente di un club velico internazionale basato sul volontariato, che mi ha cambiato la vita. Per anni ho potuto navigare quasi quotidianamente su una flotta di 25 barche di diverso tipo insieme a persone entusiaste come me, in modo easy. I costi? barche mantenute solo dall’impegno volontario e da un economico contributo sociale. Quando dopo anni di lavoro ho avuto le risorse per costruire Maimiti, ho pensato che potesse essere la piattaforma giusta per importare un modello simile anche nel mio paese, nella mia città di origine, Genova.

Il nome Maimiti: cosa vuol dire?

È un nome polinesiano, femminile, nell’auspicio che la barca un giorno raggiunga il Pacifico e abbracci la grande cultura marinaresca polinesiana. Fa riferimento alla storia dell’ammutinamento del Bounty, nel 1789. Maimiti era il nome della ragazza tahitiana che si innamorò del comandante degli ammutinati e con lui fuggì a bordo del Bounty per sbarcare su un’isola deserta, Pitcairn, dove ancora oggi vivono i discendenti di quella comunità. Vi consiglio caldamente di guardare il film capolavoro del 1962, Gli ammutinati del Bounty, con Marlon Brando e una Maimiti interpretata da Tarita Teriipia, ragazza figlia di pescatori locali così affascinante da far innamorare Marlon Brando che dopo le riprese la sposò, le comprò un isola nell’arcipelago su cui oggi ancora vive e tramanda la cultura polinesiana.

Chi può partecipare e come si inizia?

Molto semplice: bastano buona volontà e avere voglia di condividere il proprio talento. Si inizia mandando un messaggio su Instagram a Maimitisailing, organizziamo brevi uscite conoscitive in amicizia e in funzione dell’esperienza, vengono assegnati ruoli a bordo e obiettivi. Le spese di gasolio e cambusa si condividono con l’equipaggio. Maimiti punta a navigare ogni giorno a vela, avendo come priorità la sicurezza, la conduzione in velocità e rispetto dell’arte marinaresca, l’impeccabile gestione e manutenzione della barca e soprattutto la crescita e realizzazione degli obiettivi definiti dall’equipaggio.

Hai obiettivi che immagini di raggiungere nei prossimi anni con questo progetto?

Sogno un Talent Show della vela, in cui giovani ragazzi condividono la propria esperienza di vita a bordo alla ricerca della propria maturità e libertà personale, un viaggio-avventura che possa essere di ispirazione per chi non è per mare ma ma segue Maimiti da una piattaforma social o video streaming. L’esperienza mi ha insegnato che realizzare un sogno, come varare una barca o prepararsi per lunghe navigazioni solitarie, non deve essere un punto di arrivo, ma l’inizio di nuove sfide, per cui limitare una barca dal grande potenziale sociale a un mera soddisfazione o sfida personale, sarebbe riduttivo.

Domanda per addetti ai lavori: che barca è Maimiti?

È un Elan E3, uno spettacolare natante a vela classe A (oceanica) ad alte prestazioni di 9.5 metri varato nel 2021, progettato per combinare al massimo prestazioni e tecnologie per il confort in navigazione veloce. Facendo un paragone con l’automobilismo, l’Elan E3 è la Lotus delle barche a vela. Piccola e super leggera, ha uno scafo planante (sopra gli 8 nodi inizia a fare surf sull’onda), e quando plana regala adrenalina e divertimento puro. Di bolina raggiunge facilmente i 7.5 nodi in assetto dislocante. Ha una lunga deriva a pinna con bulbo a T e doppia pala timone con doppia ruota, trasto di randa, elica a pale abbattibili, strumentazione B&G, tutto come le migliori barche da regata. Armo Marconi con Randa, Fiocco, Gennaker, a bompresso in carbonio e vele Code0 e Tormentina. Maimiti ha una velatura equilibrata e completa, gestibile anche in equipaggio ridotto o solitaria. Dotata di cucina, bagno, riscaldamento, piattaforma di poppa, può ospitare fino a 6 persone.

Provare per credere, insomma. Per qualsiasi maggiore informazione potete visitare il sito web oppure seguire la barca su Instagram e Facebook.

Buon vento!