Anticoli Corrado, modelle e pittori

Uno scrigno, un piccolo contenitore con tante piacevoli sorprese. Anticoli Corrado è così.

Ubicato lungo la valle del fiume Aniene a circa 60 km a est di Roma, nasce dopo la fine dell’impero romano come villaggio fortificato sui monti Ruffi ad opera delle popolazioni che cercavano insediamenti sicuri ove potersi difendersi con facilità.

Il nome sembra derivare dal termine Antikuis posto su un’iscrizione greca del VII-VIII secolo, mentre il nome Corrado fu aggiunto per celebrare il figlio, nonché successore, di Federico della famiglia Antiochia, che ebbe in feudo il paese per vari secoli a partire nella seconda metà del sec. XIII.

Ad Anticoli si miscela la bellezza solenne dei paesaggi e del fascinoso borgo con quella più profana delle modelle indigene. Un concentrato di fonti d’ispirazione per scrittori, poeti, pittori e scultori che numerosi hanno soggiornato in questo paese,

Camminare ad Anticoli

Camminando tra le stradine troviamo, infatti, la villa dove Luigi Pirandello concepì la sua ultima opera, incompiuta, I giganti della montagna; la grande fontana al centro della piazza principale dello scultore Arturo Martini; la casa dove il poeta Rafael Alberti trascorse il periodo estivo per quasi un decennio; i luoghi che hanno fatto da sfondo al film “Il segreto di Santa Vittoria” (1969) con un cast d’eccezione fra cui Virna Lisi, Anna Magnani, Antony Quinn e Giancarlo Giannini; gli studi dei pittori che fin dall’Ottocento si fermarono per ritrarre le tante belle donne.

Proprio quest’ultimo intreccio ha caratterizzato e reso famoso Anticoli Corrado, oramai noto come il paese dei pittori e delle modelle.

Una fama veritiera, se pensiamo che intorno al 1930 una cinquantina di pittori italiani e stranieri (sull’onda inesauribile del Gran Tour) avevano realizzato, affittando o ristrutturando vecchie abitazioni e stalle, degli studi ove dipingere quadri ispirati dalle muse locali, disposte a posare e raggiungere, chissà, una notorietà insperata per una contadina.

Un destino che ha coinvolto Pompilia d’Aprile, sposa di Fausto Pirandello, il figlio di Luigi, non meno grande del padre nel campo della pittura, e soprattutto Pasquarosa Marcelli che ha ottenuto una personale affermazione proprio nel dipingere tele.

Pasquarosa, analfabeta e senza alcuna preparazione, a 16 anni prese in mano i pennelli e con il determinante contributo del pittore Nino Bertoletti, che poi sposò, ebbe un’incredibile metamorfosi, trasformandosi da grezza modella in una valente pittrice. Nel periodo che abbraccia le due guerre mondiali, Pasquarosa ebbe grande successo e diventò una protagonista della scena espositiva nazionale, conquistando le attenzioni della critica in ogni rassegna o mostra personale.

Le tele prodotte colpirono positivamente anche Renato Guttuso che manifestava “una vera gioia nel vedere opere di ambizione così semplice, ma di una felicità così rara”.

Cosa vedere

Visitare Anticoli significa scoprire un patrimonio d’arte attraverso le scie degli artisti che sono transitati nel paese, respirare la poesia che emana un piccolo borgo, semplice e tranquillo, ricercare paesaggi ed atmosfere tipiche della campagna romana.

La passeggiata nel paese non può che cominciare dalla grande piazza delle Ville che, come detto, presenta al centro la fontana che Martini modificò introducendo una rappresentazione dell’arca di Noè. Sul lato verso la parte nuova del paese c’è la chiesa di San Pietro, un edificio in pietra che risale al XI secolo ed è il monumento più antico di Anticoli. Al suo interno presenta affreschi di gran pregio, con vedute architettoniche che richiamano Piero della Francesca.

Dall’altra parte della piazza si trova la chiesa di Santa Vittoria, protettrice di Anticoli, ricostruita nel XVIII secolo su quella medioevale. L’edificio di culto, insieme al Palazzo baronale, al Palazzetto Brancaccio e alla piazza delimitano la cosiddetta “Rocca”, ossia il nucleo storico di Anticoli.

A questo punto possiamo anche perderci nei vicoli, calpestare i vecchi lastricati, ammirare i vecchi portali in pietra, alla ricerca di quelle atmosfere che hanno ammaliato i tanti artisti di diverse epoche.

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Una preziosa raccolta di opere

Il Civico Museo di arte moderna e contemporanea è nato nel 1935 con la volontà di raccogliere gli elaborati eseguiti sul posto dagli artisti che soggiornavano in Anticoli, a partire dal 1884.

Attraverso le più svariate opere e a prescindere dal loro valore artistico, la raccolta intende manifestare, soprattutto, il profondo legame creatosi fra i maestri e il contesto cittadino. Oggi, dopo alterne vicende e ristrutturazioni, nelle sale del palazzo baronale, costruito nel XVII secolo e attuale sede del museo, è possibile ammirare centinaia di opere.

Accanto alle donazioni spontanee si sono aggiunte nel tempo quadri, sculture, disegni, epigrafi di Enrico Gaudenzi, Arturo Martini, Rafael Alberti, Fausto Pirandello, Oskar Kokoschka, Pasquarosa Marcelli, Adolfo De Carolis e molti altri artisti italiani e stranieri.

Rafael Alberti

Il poeta spagnolo Rafael Alberti (1902-1999) era nato a Puerto de Santa Maria, una cittadina in Andalusia. A causa del suo impegno politico e civile, fu costretto a trascorrere 38 anni della sua vita in esilio. Dopo la fine della Repubblica spagnola e l’avvento del franchismo, fuggì in Francia con l’aiuto di Pablo Neruda, raggiunse poi l’Argentina, dove rimase 25 anni.

Decise poi di trasferirsi nel 1963, insieme alla moglie Maria Teresa Leon (anche lei valente scrittrice) e alla figlia Aitana, in Europa. Dopo una prima tappa in Romania, arrivò in ottobre in Italia e raggiunse Roma dove rimase fino al 1977. Roma lo affascina e la sua casa in Trastevere ha continuamente ospiti, ma la vita cittadina può diventare pesante.

Anticoli Corrado gli offre l’occasione per ritrovare quella pace interiore che il peso dell’esilio non gli consente di avere.

Così nel 1967 affitta una casa con un piccolo giardino e con le finestre affacciate sulla valle sottostante. Un ambiente che Alberti apprezzò fin da subito perché gli ricordava l’amata Spagna e più in particolare una caratteristica abitazione (casas colgados) nella cittadina di Cuenca.

Alberti non smetteva mai di ricercare uno scorcio, un angolo che lo riportasse nella sua Andalusia. Addirittura gli ulivi disseminati lungo i versanti delle colline gli riportavano alla mente Federico Garcia Lorca, che riusciva a sentire “vicino”.

Gli sguardi da quel balcone con gli occhi del pittore, la sua iniziale attività, alimentarono la sua vena poetica che divenne più matura. “La prima vocazione è stata la pittura, ma mi mancava la parola e allora cominciai a scrivere poesie”. L’ambiente e la gente crearono così le condizioni per un’intensa fase creativa, accompagnata da un costante impegno politico. Anticoli lo aveva accolto, reso meno solitario, ma soprattutto “riempiva d’aria i polmoni e la vita”.

Nel libro “Canzoni dell’Alta Valle dell’Aniene”, Alberti miscela in prosa e in poesia, le riflessioni sulla vita e le esperienze di quegli anni intrise di stupore, di speranze, di nostalgia e di attenzioni alle vicende sociali italiane e nel mondo.

Oggi una targa marmorea posta sull’abitazione di via Bompiani ricorda il suo spirito libero e ribelle, testimonia l’abbraccio frutto di amore e stima reciproci e mostra la colomba della pace che solitamente disegnava sui tovaglioli seduto nel bar della piazza a sorseggiare del vino rosso, la bevanda preferita.

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Dove dormire e mangiare

  • L’antica Locanda Arcos è un antico palazzo finemente ristrutturato in Via Olivella 38 ad Anticoli Corrado. Le camere sono spaziose, accoglienti e pulite con soffitti in legno e viste sulla valle davvero spettacolari. Sono dotate di tutti i servizi e i prezzi sono convenienti.
  • In un ambiente rustico, curato ma decisamente familiare, si possono apprezzare gli ingredienti genuini e i cibi della tradizione popolare alla Trattoria il Morrone, in Via Vincenzo Carboni 52 ad Anticoli Corrado (tel. 0774 936076).
  • A Roviano, il paese di fronte ad Anticoli, sul lato opposto della strada statale Tiburtina, consigliamo il ristorante La Vecchia Macina, in Viale Italia 12 (tel. 333 6708879). Nel locale potete gustare una cucina dai sapori e dalle pietanze tradizionali, in particolare le rane fritte e i “cuzzi”, tipica pasta fatta a mano impastando farina di grano tenero e duro con acqua e uova.