La prescrizione dei controlli sull’IMU relativa al 2018 è un tema di rilevante attualità per molti contribuenti italiani che desiderano conoscere con precisione quando scadono i termini oltre i quali il Comune non può più avviare accertamenti o pretendere il pagamento della tassa. La comprensione delle norme, delle eventuali proroghe e delle regole sulla sospensione dei termini è fondamentale per chi desidera tutelarsi da richieste indebite o tardive da parte dell’ente locale.
Il termine di prescrizione IMU: la regola generale dei 5 anni
L’IMU (Imposta Municipale Propria) è caratterizzata da una prescrizione quinquennale. In base all’articolo 2948 del Codice Civile e alla normativa tributaria, i Comuni possono notificare un avviso di accertamento per mancato pagamento dell’IMU entro il termine di cinque anni dall’anno successivo a quello di scadenza del versamento dovuto. Questo implica che per l’IMU dovuta per il 2018 il termine ordinario di prescrizione sarebbe stato il 31 dicembre 2023.
La prescrizione in questo ambito va distinta dalla “decadenza”, termine oltre il quale il potere accertativo dell’amministrazione si estingue. Superato tale limite, il contribuente può eccepire la prescrizione qualora riceva richieste di pagamento relative ad annualità ormai scadute.
La proroga dei termini dovuta all’emergenza Covid
Un elemento di assoluta rilevanza che ha inciso sui termini di prescrizione degli accertamenti IMU per il 2018 è rappresentato dalle sospensioni introdotte dal cosiddetto Decreto Cura Italia (art. 67 D.L. 18/2020) durante la pandemia di Covid-19. In particolare, il legislatore ha stabilito una sospensione dei termini amministrativi e tributari per un periodo di 84 giorni, dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020.
Ne deriva che il termine di prescrizione per gli avvisi di accertamento IMU 2018, che sarebbe scaduto il 31 dicembre 2023, viene automaticamente prorogato aggiungendo il periodo corrispondente alla sospensione. Il risultato è che l’ultimo giorno utile per il Comune per notificare atti relativi a quell’annualità slitta al 24 marzo 2024. Dopo questa data, salvo casi specifici di interruzione della prescrizione, il diritto dell’ente a pretendere il tributo si estingue completamente.
Notifica degli accertamenti e interruzione della prescrizione
La notifica da parte del Comune di un avviso di accertamento o di altra comunicazione formale (come un sollecito) ha un effetto peculiare sulla prescrizione: interrompe il termine in corso e ne fa decorrere uno nuovo, sempre della durata di cinque anni, a partire dalla data in cui l’atto diventa definitivo (60 giorni dopo la notifica, qualora non venga impugnato dal contribuente).
Per il contribuente è fondamentale essere a conoscenza di questa dinamica: se si riceve una notifica relativa all’IMU 2018 entro il termine di 24 marzo 2024, il Comune potrà continuare ad agire per altri cinque anni dalla definitività dell’atto notificato. Diversamente, se dopo tale data non sono stati ricevuti atti formali, il debito si considera estinto per prescrizione.
Effetti sulle richieste di pagamento tardive
Qualora un contribuente riceva, dopo il 24 marzo 2024, una richiesta di pagamento, cartella esattoriale o avviso di accertamento riferito all’IMU 2018, potrà opporre eccezione di prescrizione, chiedendo l’archiviazione della pratica, se non vi sono stati atti interruttivi nel frattempo.
Normativa applicabile e posizione giurisprudenziale
Le regole sulla prescrizione delle imposte locali come l’IMU derivano dalla combinazione di più fonti:
- art. 2948 c.c.: prescrizione di cinque anni per i pagamenti periodici
- art. 1, comma 163, Legge 296/2006 (legge finanziaria 2007): disciplina dei termini procedimentali per la notifica degli accertamenti dei tributi locali
- art. 67, D.L. 18/2020: proroga dei termini a causa dell’emergenza sanitaria
La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha costantemente ribadito il principio per cui i tributi locali, compresa l’IMU, sono soggetti a prescrizione quinquennale perché rientrano tra le prestazioni periodiche – e non in quella decennale, che riguarda invece le obbligazioni senza periodicità (Cass. Civ., sez. trib., 9 novembre 2023, n. 31260; Cass. civ., 3 luglio 2020, n. 13683).
Va sottolineato che la prescrizione riguarda il potere del Comune di richiedere il tributo, non eventuali sanzioni penali che potrebbero scaturire da comportamenti fraudolenti documentati. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, dopo il decorso del termine indicato, il Comune perde ogni possibilità di azione.
Domande frequenti e chiarimenti
- Il termine di prescrizione decorre dalla scadenza del pagamento o dall’anno successivo? In linea generale, la prescrizione decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di scadenza del pagamento, quindi per l’IMU 2018 dal 1° gennaio 2019.
- Cosa succede se il Comune invia una diffida o sollecito? Qualsiasi atto formale che notificato interrompe la prescrizione e fa ripartire il termine di cinque anni dalla data in cui l’atto diventa definitivo.
- Cosa fare se si riceve una richiesta oltre i termini? In questo caso, si può presentare un’opposizione per prescrizione, allegando la prova della tardività della richiesta.
La regola della prescrizione quinquennale vale sia per l’IMU ordinaria che per altre versioni pregresse come l’ICI, sempre considerando eventuali proroghe normative e sospensioni legate a fatti straordinari come il Covid-19.
Dal punto di vista pratico, è raccomandabile a ogni contribuente di conservare la documentazione comprovante i pagamenti eseguiti almeno fino alla scadenza definitiva dei termini di prescrizione, così da essere in grado di difendersi agevolmente da richieste illecite e tutelare il proprio patrimonio da azioni tardive.
In estrema sintesi, per tutti coloro che non hanno ricevuto alcuna comunicazione dal Comune relativa all’IMU 2018 entro il 24 marzo 2024, non sono più tenuti al pagamento e possono far valere la prescrizione nella maniera più opportuna. Questa regola contribuisce a dare certezza e stabilità nei rapporti tra cittadini e amministrazione in materia di imposte comunali, garantendo diritti e tutele che ogni contribuente ha il dovere di conoscere.