Nomi, luoghi, animali

Secoli di studi tra biologia e scienze sociali ormai ce lo fanno dare per assodato: ciò che un essere vivente è dipende molto dall’ambiente in cui nasce e cresce. Il mondo è vasto e le persone e gli animali, come i luoghi, sono diversi e unici.

Ora più che mai il rapporto tra animali, nel senso più generale possibile, e ambiente risulta di scottante attualità. Basta pensare all’effetto Spillover, decritto e raccontato approfonditamente da David Quammen nell’omonimo libro.

Si tratta del passaggio di un virus da una specie a un’altra che con la prima venga a trovarsi a stretto contatto. Una delle ipotesi scientifiche esposte per la diffusione del Covid-19 la vede imputata proprio a questo effetto, che sarebbe partito dalla specie dei pipistrelli commercializzati nei mercati asiatici, passato a un altro animale, il pangolino, e arrivato poi a noi. 

Ma l’interconnessione animali-uomo-ambiente ha anche molti aspetti positivi e a volte spettacolari, come i magnifici incontri tra uccelli migratori cui si assiste alzando gli occhi in questo periodo sopra lo Stretto di Messina.

Per non parlare poi di tutte quelle morali che ci hanno insegnato gli animali delle storielle di Esopo e di buona parte della narrativa per ragazzi dalla seconda metà del Novecento. Tutti abbiamo imparato, grazie alla volpe de Il Piccolo Principe, che l’essenziale è invisibile agli occhi. Con nomi di animali abbiamo chiamato anche realtà geografiche che ci circondano, città, monti e soprattutto le isole. Per citarne alcune Asinara, Capri, Caprera, Capraia (in Toscana e alle Tremiti), Isola della capra (in Sardegna) e le Egadi, dal greco Aigatai (capre). 

Insomma l’essere umano ha sempre vissuto guardando con interesse al comportamento dei suoi conterranei non umani.

Durante i primi lock-down mondiali, a marzo, tutti gli schermi pullulavano di immagini di cinghiali in giro per le strade abbandonate delle città, branchi di lupi che si erano riappropriati delle campagne orfane di veicoli e persone, gruppi di alci che giravano indisturbate per le vie del Canada, allegate da slogan del tipo “gli animali si riprendono la Terra” e così via.

È stato per noi inevitabile interrogarci riguardo al rapporto che lega gli animali al pianeta e su come, in qualche modo, noi esseri umani ci inseriamo in queste dinamiche a volte in armonia, altre volte in maniera distruttiva e altre ancora in modi semplicemente curiosi

Il nostro approccio primario, per analizzare il mondo, è di mettere tutto in categorie. Un esempio è il famoso gioco che, durante le lezioni di quella prof noiosa, tutti abbiamo fatto sui banchi di scuola: Nomi-Cose-Città.

Scattato il timer l’unico obiettivo era vincere, riuscendo turno dopo turno a scrivere il maggior numero di parole, una per ogni categoria, tutte inizianti con la stessa lettera precedentemente estratta di volta in volta. Per parlare del modo in cui l’essere umano si interroga riguardo al rapporto tra sé stesso, gli altri animali e l’ambiente abbiamo voluto mutuare da questo gioco l’appellativo Nomi-Luoghi-Animali, utilizzandolo come titolo e filo rosso che unisce i racconti di questo numero.  

Per l’elenco degli animali vi suggeriamo A per acciughe e alpaca, C per cervi e cicogne, D per diomedee, F per formiche, G per gnu e R per renne.

Il gioco degli accostamenti sarà un viaggio alla scoperta di posti speciali, tra storie e leggende, riflessioni e ricordi. Mete insolite per viaggiatori curiosi.