Diamante: murales, cedri e peperoncino

Passeggiare per i vicoli di Diamante è come visitare una galleria d’arte a cielo aperto. Paese di colori, l’azzurro intenso del suo mare, il dolce verde dei cedri e il rosso piccante del peperoncino.

Arrivarci è semplice, perdersi nei suoi vicoli ancor di più. A Diamante infilarsi nella fitta rete di salite e discese che scorre nel cuore della città vecchia è una esperienza unica, un ritrovarsi altrove.

Vengono in mente i vicoli ciechi del Barrio de Santa Cruz di Siviglia, i caruggi del levante ligure, le calli veneziane. Del resto nasce come paese di pescatori, anche se oggi un porto non c’è, nonostante i milioni spesi dalla regione in progetti approvati e mai realizzati, in lavori avviati e mai conclusi, le accorate richieste e le continue denunce degli stessi abitanti.

I vicoli di Diamante

Nei vicoli puoi passarci una giornata intera, non troverai mai lo stesso scorcio; le case si distinguono una dall’altra con piacevole gusto, sono antiche e piene di storia vera, vissuta.

Contrariamente ad altre realtà, in questo piccolo comune, hanno privilegiato la parte vecchia della città, non vi sono periferie con palazzoni in cemento armato: l’hanno mantenuta viva e battente, come un cuore e il centro storico diventa il polmone della vita, dell’economia, della socialità adamantina.

I murales

I muri delle case sono arricchiti da centinaia di murales che si rinnovano ogni anno, grazie alla mente e alle mani di numerosi artisti internazionali che approdano a Diamante per manifestare la propria gratitudine e le proprie idee.

I murales raccontano del lavoro, della pesca, del mare, dell’arte in genere; sono figurativi, iperrealistici, astratti. Ogni artista ha utilizzato la propria espressione pittorica. I dipinti si insinuano nelle diverse forme dei muri, superano ostacoli di scale, finestre che, anzi, si integrano e divengono motivo dell’opera.

Alcuni, così racchiusi nei vicoli, paiono “castigati” per la mancanza di profondità alla vista, in realtà questo castigo è solo destinato all’obbiettivo fotografico, non agli occhi nudi.

L’idea di rendere Diamante una “città dipinta” venne a Nani Razzetti, un pittore milanese innamorato del posto che propose nel 1981, al Sindaco di allora, di rendere i muri delle case fruibili ad artisti di tutto il mondo, al fine di valorizzare il centro storico senza danneggiarne l’estetica.

Alla prima edizione decine di pittori, italiani e non, accorsero a Diamante per dar forma a un progetto che tutt’oggi permane. Il centro storico, i murales, il mare azzurro intenso della Riviera dei cedri, l’sola di Cirella a vista e il Parco Corvino alle spalle, fanno di Diamante una vera perla del Mediterraneo.

Cedri e peperoncino

Riviera dei cedri è la denominazione data alla fascia costiera tirrenica della Calabria che si estende a Nord della regione (dal confine con la Basilicata) per circa ottanta chilometri.

Oltre a Diamante comprende altri 21 comuni della provincia di Cosenza, alcuni affacciati al Tirreno, altri nel territorio montano a ridosso della costa. Prende il nome dalla diffusa coltivazione di una particolare varietà di cedro, il liscio di Diamante.

Frutto succoso e ricco di preziosi estratti naturali è un concentrato di proprietà benefiche. Di origine asiatica sud orientale è presente sul territorio calabrese dai tempi della Magna Grecia ed era conosciuto ai tempi dell’Impero romano (Plinio il Vecchio lo classificò nella sua Naturalis Historia come mela assira) che lo apprezzavano sia per il suo utilizzo alimentare che per le sue proprietà di repellente contro le zanzare a altri insetti nocivi.

Gran parte della produzione del cedro calabrese è destinata alle industrie alimentari, farmaceutiche e cosmetiche in tutto il mondo, ma sul territorio sono presenti imprese artigianali che trasformano il cedro in gustosi prodotti di pasticceria, in canditi, gelati, bevande e liquori.

Per una degustazione vi consigliamo una sosta alla storica pasticceria Aronne a Santa Maria del cedro (località Marcellina, a fianco della stazione ferroviaria).

Pur non essendo una delle aree di estesa coltivazione del peperoncino, Diamante ha saputo promuovere e valorizzare uno dei prodotti tipici della cucina calabrese.

Qui nel 1994, su iniziativa di Enzo Monaco, è nata l’Accademia italiana del peperoncino, una Onlus “per approfondire e diffondere la cultura del peperoncino”, che conta migliaia di soci e rappresentanze anche all’estero.

Tra le varie iniziative, tutte sul tema peperoncino, studi specifici di biologia, corsi e lezioni di gastronomia, cene piccanti, concorsi a premi di poesia e cortometraggi.

L’Accademia, insieme al Comune di Diamante, organizza una manifestazione da non perdere, per gli amanti del genere. È il Peperoncino Festival che dal 1992, nella seconda settimana di ogni settembre, attira su Diamante migliaia di appassionati gourmet; le terrazze, i balconi e le strade si adornano di frutti rossi pendenti.

Tra i vari eventi in quei giorni si premiano anche i vincitori del Campionato italiano mangiatori di peperoncino.