Pensieri

A volte i giornali riportano notizie che inducono il pensiero.

Come questa, letta sul Corriere della Sera e tramessa anche da molte altre testate.

Non l’aveva mai vista aperta, quella porta. E così domenica scorsa Sergio Crovato ha deciso di curiosare nell’appartamento del vicino che era chiuso da tempo immemore. Ha preso una torcia, è entrato, ha fatto qualche passo puntando la luce sul centro della stanza e si è sentito gelare il sangue: un cadavere. Disteso su una brandina, scheletrico, anzi, mummificato. Era il corpo del professor Lelio Baschetti, classe 1943, un docente di matematica in pensione che viveva lì, fra quelle mura umide e modeste di calle del Cristo, a Santa Marta, non distante dal porto di Venezia. In casa c’erano libri ingialliti, vestiti impolverati, immondizia impietrita. Accanto al cadavere, un portafogli, che aveva dentro la ricevuta di un prelievo bancario del settembre 2011 e 700 euro in contanti. La data, settembre 2011, è con ogni probabilità quella della morte, perché da allora il conto corrente non ha più registrato prelievi…

e ancora

Un uomo mummificato, conservato nel tempo grazie ai venti della laguna. La sua vita e la sua morte è forse tutta nelle parole di un’allieva: «Al ritorno dalle vacanze estive il professor Baschetti entrò in aula e ci disse “scusate se faccio fatica a parlare, ma non ho parlato con nessuno per tutta l’estate”»…

Alcune persone reali ricercano e trovano la solitudine, l’indifferenza altrui è regalata in un mondo di social, colmo di cinguettii stonati, di interminabili liste di “amici”, di messaggi telefonici sincopatici.