Aurora boreale andata e ritorno

Boschi innevati, laghi ghiacciati e l’emozionante incontro con la Dama sfuggente.

Vedere l’aurora boreale è un sogno di molti e la Lapponia è uno dei posti migliori al mondo per osservarle; sono visibili per più di 200 notti l’anno, praticamente ogni due notti serene.

Gli ingredienti di questo viaggio non sono difficili: è sufficiente prenotare il volo, una stanza per dormire e poi incrociare le dita che ci sia il cielo sereno e che la Dama Sfuggente (come chiamano l’aurora boreale) faccia la sua apparizione. È un appuntamento al buio e il 17 marzo 2017 siamo partiti per Inari: così è cominciata la nostra caccia all’aurora boreale.

Inari è un piccolo villaggio della Lapponia finlandese a più di 300 km a nord del Circolo Polare Artico. Ha una popolazione di circa 1.000 abitanti e si trova nella regione dei laghi sacri, considerata la culla della cultura Sami. Si è sviluppato sulle sponde dell’omonimo lago (in finlandese Inarijarvi con una superficie di circa 1.300 km2); per raggiungerlo in aereo è necessario fare scalo ad Helsinki, la capitale della Finlandia, e proseguire per l’aeroporto di Ivalo. L’ultimo tratto Ivalo-Inari si percorre comodamente con una navetta, prenotabile on-line, che aspetta anche se l’aereo ha un’ora di ritardo.

Il volo che abbiamo prenotato, con le sue 5 ore di scalo ad Helsinki, ci ha consentito di curiosare per qualche ora nella capitale e di mangiare qualcosa al famoso mercato coperto al porto.

Inari ha una buona recettività: offre alberghi confortevoli e caldi ma anche una soluzione alternativa che merita di essere citata. Si possono prenotare le cabine mobili, vere e proprie stanze d’albergo, ma indipendenti l’una dall’altra. Hanno la forma di una casetta rossa in legno, che ricorda l’architettura delle case circostanti, la maggior parte delle pareti hanno la superficie trasparente, per poter ammirare nel cielo l’aurora boreale e una quantità inimmaginabile di stelle. Confortevoli, essenziali e calde, sono poggiate su quattro grandi sci e, per la notte, vengono trainate con la motoslitta sul lago gelato, decisamente lontane dall’inquinamento luminoso. Dispongono di riscaldamento, energia elettrica e servizi igienici autonomi. Durante il giorno vengono parcheggiate vicino all’edificio principale, una accogliente casa in legno, che offre la cucina, la sauna, le docce ed il barbecue.

La bellezza di Inari, come degli altri paesi della Lapponia, è la natura con i suoi paesaggi di laghi ghiacciati e di boschi sterminati.

Nell’attesa/speranza di vedere la Dama Sfuggente i luoghi offrono ottimi spunti per escursioni a piedi, con le ciaspole, con gli sci, con le motoslitte o con le slitte trainate dai cani, che si possono facilmente noleggiare sul posto ed i percorsi, ben segnati, fanno da guida nei boschi e sui laghi ghiacciati.

Una delle escursioni più frequentate è la Pielpajärvenerämaakirkonpolku (il percorso della chiesa di Pielpajärvi). Un percorso di 10 km in tutto , che si snoda nel bosco e tra i laghi; inizia dalla sede del Northern Lapland Nature Centre ed è ben segnalato con paletti di legno rosso, visibili nonostante la spessa coltre di neve Si raggiunge la Pielpajärvenerämaakirkko (la chiesa di Pielpajärvi – WGS84 lat: 68.95127° lon: 27.11584°), una costruzione in legno del XVIII secolo, uno dei più antichi edifici nel nord della Lapponia.

Lungo il sentiero e nelle vicinanze della Chiesa, è facile trovare dei rifugi in legno “Laavu”, sono stati costruiti dalla gente del posto per condividere momenti comuni; sono accessibili a tutti ed in alcuni è possibile accendere un fuoco per riscaldarsi.

Noi siamo andati a piedi a vedere la vecchia chiesa di Pielpajärvi costruita nel 1760, tutta di legno. Ha nevicato per tutto il tempo ed a metà percorso si è unito anche il vento del nord; durante il cammino abbiamo avvistato le renne. Per prenderci una pausa dalla nevicata interminabile e dalla assidua compagnia del vento, dopo aver visitato la chiesa, ci siamo fermati proprio in un Laavu e siamo rimasti per un’oretta a scaldarci vicino al fuoco del camino.

La sera, mentre cenavamo al ristorante, ci siamo resi conto che il vento del nord aveva spazzato via le nuvole di neve, che ci avevano fatto compagnia tutto il giorno, e che in cielo erano comparse le prime stelle. Bisogna scrutare il cielo verso il nord, perché l’aurora boreale arriva da quella direzione, ed aspettare, a volte anche tutta la notte, per vedere se appare. Noi siamo stati fortunati perchè qualche ora più tardi è arrivata, di un verdino pallido pallido, ed i suoi veli hanno cominciato a danzare.

All’appuntamento c’eravamo proprio tutti: noi, l’aurora boreale, il vento freddo, il vento solare, le emozioni, gli asiatici a fotografare, le radiazioni, le stelle a fare da cornice, il sonno, la stanchezza nelle gambe, la consapevolezza di essere stati fortunati, l’incanto dello spettacolo. È li che abbiamo incontrato il nostro amico di Hong Kong, Eon Man, che ha fatto le splendide foto dell’aurora boreale, orgoglioso del fatto che le avremmo utilizzate per raccontare il nostro viaggio.

L’apparizione della Dama Sfuggente è durata circa un’ora. È arrivata da nord, arriva sempre da nord, in sordina e si è messa ad ondeggiare davanti alla via lattea, silenziosa, armoniosa, un concerto di musica scritta senza note, una danza senza copione, una scenografia improvvisata, si attenua e appare poco più a destra, adesso è li che danza una danza diversa dalla prima, ha cambiato la sua forma, non è più a velo ma ad arco.

Adesso si sposta ancora, è di nuovo sopra di noi

Guarda è più luminosa a sinistra

– Giratevi è lì in fondo al lago

– La vedi? A destra delle cabine mobili, ma non è una meraviglia?

In piedi, anche noi in silenzio, sono i nostri gesti a parlare, le nostre dita ad indicare la direzione, le parole non dette a dirci quanto tutto sia bello.

Adesso si attenua, si attenua ancora.

– Ma che fai, vai via?

E non si riaccende più. Ci ha salutato con saluto che non avevamo capito; ancora qualche minuto a guardare verso il nord, casomai dovesse esserci ancora un’apparizione. È il freddo a convincerci a tornare in albergo, senza bis, senza applausi.

Il mattino seguente è arrivato con tutta la prepotenza di un sole forte, caldo e padrone assoluto di un cielo azzurro senza difetti: il tempo ideale per una gita con la slitta trainata dai cani. Elina, la gentile musher,cioè la conducente delle mute dei cani da slitta, ci introduce al mondo degli husky e alla guida della slitta.  Ci fa visitare l’allevamento dei cani Husky siberiani e dell’Alaska; non sono in vendita, sono i suoi cani e li conosce uno ad uno; allegri e saltellanti abbaiano forte, tutti vogliono partire insieme.

Una volta imbracati davanti alla slitta, i cani sono assolutamente calmi: sono pronti per correre sulle distese di neve a Nord di Inari. Un’esperienza elettrizzante, non è difficile guidare la slitta (che sembra un po’ esile come struttura) ma serve molta forza e l’aiuto del freno posteriore per rallentare i cani, soprattutto nelle curve. Intorno a noi solo alberi e neve, che ricopre una zona ricca di laghi.

Per la cena, questa volta, abbiamo deciso di utilizzare il barbecue delle cabine mobili, realizzato in una tipica capanna Sami, e di cuocerci il filetto di renna alla brace con bruschetta di pomodori, wurstel  e pannocchie; non è stata un’impresa da poco perché la legna di betulla un legno tenero, che avevamo a disposizione in quantità, fa una brace che dura pochissimo!!!

Verso le nove, stagliata su in cielo, stavolta ancora più limpido e scuro, è tornata a farsi vedere. L’aurora borealis, come la chiamarono gli scienziati a partire da Galileo, la danza dei fantasmi degli antichi vichinghi, the northern lights (le luci del nord) come si dice in inglese, perché le puoi vedere solo qui, al nord del nord della terra, risultato di una catena casuale di eventi, che alla fine rischiarano il cielo o la Dama sfuggente, il nome che preferiamo per un saluto quasi familiare, perché ci sentiamo meno estranei all’ambiente e quasi parte del fenomeno.

– Come danzerai stasera? Quanto tempo passerai con noi? È bello rivederti!

Ancora una volta in piedi, in silenzio per tutto il tempo guardare la sua danza ancora una volta diversa: ci è sembrata addirittura più bella di quella della notte precedente. Decisi a rimanere per tutta la durata dello spettacolo, allontanavamo da noi il momento di preparare i bagagli per ritornare a casa l’indomani mattina. Quando le “luci del nord” si sono spente, l’abbiamo salutata con un ultimo sguardo, lungo, intenso, pieno di ammirazione, di riconoscimento, un inchino alla Natura e alla sua perfezione.

I due giorni trascorsi ad Inari sono stati così intensi, inaspettati e pieni di emozioni, che alla fine la realtà è stata più bella del sogno. Siamo partiti, ma è un a rivederci alla stagione della ruska, quando le foreste lapponi si colorano di autunno.

Le aurore boreali sono un fenomeno naturale generato dall’impatto del vento solare, emesso continuamente dal sole e costituito da elettroni, protoni e, in una piccola percentuale, da nuclei di elio, con il campo magnetico terrestre.

Ogni singolo impatto genera un piccolo flash di luce e miliardi di questi piccoli flash in sequenza casuale generano l’effetto macroscopico di una danza. Quanto maggiore è la velocità del vento solare, tanto maggiore è il disturbo elettromagnetico e l’intensità finale dell’aurora.

Il fenomeno si può osservare al di sopra del Circolo Polare Artico, dove il campo magnetico è più intenso, in poche zone abitate del Pianeta che si trovano in Lapponia, estremo nord della Penisola scandinava, in Islanda, in Siberia ed in Alaska. Essendo un fenomeno magnetico, che si manifesta come una debole luce verde fluttuante nel cielo, le aurore si vedono facilmente ad occhio nudo, ma solo nel buio profondo delle lunghe notti invernali.

Lo stesso fenomeno si manifesta nell’emisfero sud del pianeta e in quel caso si chiamano aurore australi. È caratterizzato principalmente da bande luminose di un’ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.

Le cabine mobili

Esko è l’ideatore, il costruttore e il proprietario del Lake Inari Mobilcabins. Le cabine vengono spostate la sera e la mattina in motoslitta, mentre gli ospiti restano all’interno. Durante il giorno le cabine sono parcheggiate al campo base, dove ci sono tutti i servizi.

Una tipica sauna a legna, realizzata in una cabina rossa mobile dedicata, permette di condividere l’esperienza con i propri familiari e amici; con un utilizzo del tutto privato.

Passare la notte nella cabina mobile è un’esperienza unica. il silenzio del lago e, soprattutto, il buio che la circonda offrono le condizioni migliori per l’osservazione dell’aurora boreale.

La Taiga artica

La taiga, detta anche foresta boreale, è la foresta composta in prevalenza da conifere che si trova a nord dell’emisfero terrestre settentrionale, in prossimità del circolo polare artico. Vi si trovano soprattutto abeti, larici, pini, ma ci sono anche pioppi e betulle. Manca quasi del tutto il sottobosco, poiché il suolo è ricoperto dalla neve per buona parte dell’anno. Il paesaggio, soprattutto in pianura, appare piuttosto monotono, ma offre scorci molto suggestivi, quando è innevato.

L’impressione che se ne ricava è quella della pulizia e, soprattutto, della verticalità, data la notevole altezza dei tronchi e la loro forma diritta. Nella taiga vivono alcuni animali di grossa taglia: l’orso bruno, la lince, il lupo, l’alce, la renna, e altri più piccoli come la volpe, vari tipi di roditori (castori, scoiattoli) e numerosissimi uccelli, in prevalenza rapaci (aquile, falchi, gufi). Durante l’estate la taiga è verde, ma d’inverno il colore che prevale è il marrone dei tronchi insieme al bianco della neve.

I Sami

I Sami sono una popolazione indigena e vivono nelle regioni più settentrionali della Finlandia, della Svezia, della Norvegia e della Russia. Spesso sono confusi con i Lapponi che sono tutti gli abitanti della provincia della Lapponia, anche se non sono Sami. La maggior parte dei Sami che vive in Finlandia è concentrata nei comuni di Enontekio, Inari, Utsjoki e dalla parte settentrionale del comune di Sodankyla.

In tempi remoti erano per lo più allevatori di renne, pescatori e dediti alla caccia. Erano nomadi e abitavano in capanne chiamate Kota oppure in tende che avevano il nome di Layvu; l’unico mezzo di trasporto a loro congeniale era la slitta, ovviamente sempre trainata da renne.

L’allevamento di renne è sempre stato uno degli elementi più importanti della loro cultura: è con questi animali che sono riusciti a sopravvivere per secoli e secoli; dalle renne, infatti, potevano procurarsi cibo, latte, le pelli per gli abiti, per le loro case, nonché ossa e corna per fabbricare utensili e strumenti di caccia e lavoro.

A Inari, sulle rive del fiume Juutuanjoki, si trova il centro Sajos che ospita il Parlamento autonomo dei Sámi finlandesi e ne promuove la cultura. A nord del villaggio si trova il museo della cultura lappone, che prende il nome da Siida, una sorta di accampamento in cui si riunivano le diverse famiglie, con annesso il Centro Naturalistico della Lapponia Settentrionale. È un museo all’aperto articolato su di un percorso di circa 6 km lungo il quale si possono trovare abitazioni ed edifici Sami ricostruiti su modelli risalenti agli ultimi quattro secoli.

Prima della partenza

Testi di Patrizia Cicini e Simona De Bartoli
Foto di Eon Man