Il corso del fiume Adda

Itinerario di paesaggi, storia ed enogastronomia.

Il nome “Adda” è di origine celtica (Abdua) e significa acqua corrente. Dalla sorgente alla foce percorre 313 km, tutti in Lombardia e occupa il quarto posto nella classifica per lunghezza dei fiumi italiani, dopo il Po (652 km), di cui è il maggior affluente per lunghezza e il secondo per portata media alla foce, l’Adige (410 km) e il Tevere (405 km).

Nasce sulle Alpi Retiche in Val Alpisella, tra lo Stelvio e il Gruppo dell’Ortles a 2.122 metri sul livello del mare. Dalla valle di Livigno l’Adda inizia ad assumere l’aspetto di un torrente e quindi entra nella conca di Bormio dove riceve il tributo del Braulio, del Bormina e del Frodolfo. Poi il fiume percorre tutta la Valtellina per 125 km facendo da confine tra Alpi Retiche e Orobie. Arricchito dagli apporti del Roasco, del Poschiavino, del Mallero e del Masino, si immette nel lago di Como presso Colico, in località Fuentes, che prende il nome da Pedro Enriquez de Acevedo, conte di Fuentes e governatore spagnolo di Milano. A lui si deve la fortezza costruita nel 1603 a difesa dei confini dai popoli dei Grigioni, alleati dei francesi e dei veneziani. Le rovine del forte sulla collina Montecchio dominano ancora oggi il panorama dell’alto lago e il Pian di Spagna, una piccola pianura, oggi riserva naturale protetta, formatasi per i detriti lasciati dall’Adda che qui entra nel lago. Il Pian di Spagna, punto di congiunzione tra la Valtellina e la Val Chiavenna, è insieme a Forte Fuentes uno dei pochi luoghi che testimoniano, dal punto di vista toponomastico, la dominazione spagnola nel secolo raccontato dal Manzoni nei Promessi sposi (le “grida” spesso citate nel romanzo portano appunto la firma del Conte di Fuentes).

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A Sud il fiume esce dal Lario (il terzo lago più grande d’Italia) a Lecco, dove si allarga formando i due bacini contigui di Garlate e di Olginate (altri luoghi di manzoniana memoria). Poi scorre incassata fra due alte sponde, disegnando paesaggi spesso ripresi da Leonardo da Vinci (a lui è attribuito il traghetto a mano di Imbersago), fino alla pianura che raggiunge a Trezzo sull’Adda.

Questo tratto è ricco di numerosi esempi di archeologia industriale perché la vicinanza del fiume era la condizione ideale per realizzare i primi stabilimenti industriali. Sito archeologico per eccellenza è Crespi d’Adda, col suo villaggio operaio costruito alla fine dell’800 attorno all’opificio tessile della famiglia Crespi.

Il più antico monumento industriale è lo stabilimento Velvis di Vaprio d’Adda, struttura di torri merlate risalente al 1839 costruita da Carlo Sioli, Agostino Dell’Acqua e dal conte Giuseppe Archinto per la produzione di velluti, passata poi nelle mani del duca Visconti di Modrone. Anche i Comuni di Garlate, Cassano d’Adda e Brivio ospitano interessanti strutture come ex filande, canapifici e linifici.

A Paderno d’Adda il ponte di ferro costruito tra il 1887 ed il 1889 dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano, su progetto dell’ingegnere svizzero Rothlisberger, è un emblema di archeologia industriale e di ingegneria italiana dell’Ottocento. Di notevole interesse sono anche le vecchie centrali idroelettriche realizzate ai primi del ‘900. Tra le più significative, la Taccani a Trezzo sull’Adda e la Esterle, in stile liberty, a Cornate.

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Ricevuto da sinistra il Brembo, tra Crespi D’Adda e Canonica D’Adda, il fiume attraversa la città di Lodi, serpeggia ricevendo il Serio a Gombito, attraversa la città murata di Pizzighettone e sfocia nel Po in località Castelnuovo Bocca d’Adda, circa 10 km a Ovest di Cremona. L’Adda è navigabile da Olginate a Robbiate e da Formigara alla foce. Dal fiume partono diversi canali. Il Naviglio della Martesana, voluto da Filippo Maria Visconti nel 1443 e completato nel 1457, nasce in località Concesa a Trezzo Sull’Adda e porta le acque dell’Adda sino a Milano. Lo scopo era congiungersi col Ticino attraverso i Navigli milanesi, creando una comunicazione navigabile tra il lago di Como e il lago Maggiore.

Il canale della Muzza, ideato e realizzato in parte in epoca romana da Tito Mutio, da cui prese il nome, fu completato nel 1220 e si distacca dal fiume a Cassano d’Adda. Irriga parte della pianura milanese e tutto il Lodigiano per poi tornare nello stesso fiume sopra Castiglione d’Adda. Il canale Vacchelli ha inizio allo sbarramento di Bocchi a Comazzo, in provincia di Lodi, e serve per irrigare la pianura cremasca e parte di quella cremonese.

Seguire il corso dell’Adda come itinerario turistico (che consigliamo di suddividere in tre parti), oltre ad offrire scorci paesaggistici di rara bellezza, consente di conoscere e apprezzare una delle produzioni enogastronomiche più varie e tipiche del nostro Paese.

Da Livigno a Lecco 157 km, in auto circa 4 ore

Strade: da Livigno SS301, in Svizzera H29 del Bernina (33km), da Tirano SS38
Paesi attraversati: Poschiavo (Svizzera), Tirano, Sondrio, Colico, Bellano.

La Val Poschiavo e la Valtellina offrono numerose specialità gastronomiche, in particolare una vasta gamma di salumi, formaggi e vini di qualità.

Piatti tipici sono i pizzoccheri (tagliatelle spesse fatte con grano saraceno e condite con patate, verze o bietole, formaggio Casera, burro, aglio e salvia), i manfriguli (crespelle di grano saraceno) o gli sciatt (frittelle croccanti di grano saraceno ripiene di formaggio). Carni magre bovine (ma anche di cavallo, capra, cervo), lasciate ad asciugare in una crosta di spezie, come la bresaola o la slinzega. Formaggi come il bitto (l’unico formaggio al mondo che dura oltre i dieci anni), il casera e lo scimudin. I vini sono ottenuti da uve nebbiolo nei vigneti terrazzati lungo le sponde dell’Adda. Il terrazzamento è un fattore importante non solo dal punto di vista agricolo, economico e paesaggistico, ma anche in termini di tutela e difesa del territorio. Il loro faticoso mantenimento (i vigneti sono spesso incuneati tra le rocce) rappresenta il metodo più efficace per combattere il rischio frane. Ogni lavoro nel vigneto va effettuato manualmente e per questo la viticoltura in Valtellina, citata già da Leonardo da Vinci e poi da Carducci, è definita come eroica. La Denominazione di Origine (DO) di Valtellina vanta due DOCG (Sforzato di Valtellina, un passito rosso e secco, e Valtellina Superiore, affinato per un anno in botti di rovere), un DOC (Rosso di Valtellina, dal gusto asciutto e leggermente tannico) e un IGT (Terrazze Retiche di Sondrio: bianchi, spumanti e rossi fruttati).

Il Valtellina Superiore DOCG può avere anche le denominazioni di cinque sottozone di produzione: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.

Da Lecco a Trezzo sull’Adda 40 km, in auto circa 2 ore

Strade: da Lecco SS583 e SP72, da Brivio SP56, da Paderno SP166 e SP170
Paesi attraversati: Imbersago, Paderno d’Adda, Suisi
o.

Prodotti tipici del territorio attraversato sono pesce di lago e di fiume, fresco, lavorato e trasformato come i misultin o misultitt (specialità tipica del Lago di Como), pesci del lago (agoni) che vengono salati ed essiccati al sole; formaggi caprini e vaccini, come i tomini di Montevecchia.

I vini sono di Valcalepio e della Val Curone e i salumi della Brianza come la borreula (una pasta di salame), il lardo macinato e la mortadella di fegato.

Da Trezzo sull’Adda a Castelnuovo Bocca d’Adda 100 km, in auto circa 3 ore

Strade: da Trezzo SP104, SP14 e SP201, da Zelo BP SP16 e SP202, da Lodi SS9, SP26, SP169, SP53 e SP5, da Montodine SP13, da Pizzighettone SP84, SP47, SP196 e Sp243
Paesi attraversati: Crespi d’Adda, Cassano d’Adda, Comazzo, Zelo Buon Persico, Lodi, Cavenago d’Adda, Montodine, Pizzighettone

Terra di formaggi e salumi. Cucina di pianura, piatti semplici e contadini, come la fritada cun le urtìš (luppolo selvatico) e fiudìn sut’oli (funghi chiodini cotti nell’aceto e messi sott’olio con aglio, cannella e chiodi di garofano); risotti: con verze e fagioli borlotti, con pomodoro e salamella, con il lardo, con il latte; buseca (trippa in brodo con verdure), rane, faraona al mascarpone o la polenta pasticciata con pomodoro, carne trita, burro, cipolle e raspadura (fiocchi di grana padano). I vini sono quelli di San Colombano o del vicino oltrepo piacentino.

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Il ponte di Paderno

Documento del passato e monumento perfettamente integrato nel paesaggio, il ponte attraversa una gola dell’Adda collegando le località di Calusco (in provincia di Bergamo) e Paderno (Lecco). È un ponte in ferro a campata unica, lungo 266 metri e posto a 85 metri sopra il livello del fiume, a due piani: quello inferiore per il traffico ferroviario, sormontato all’altezza di sei metri dalla sede stradale, larga cinque metri, a singola corsia e con due passaggi pedonali sui lati. Progettato dall’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger, fu costruito tra il 1887 e il 1879, contemporaneamente alla Torre Eiffel di Parigi, dalla Società Nazionale Officine di Savigliano per conto delle Società Strade Ferrate Meridionali e del Ministero dei Lavori Pubblici.

Più di 2.500 tonnellate di ferro e 110 di ghisa, tenute insieme senza saldature da centomila chiodi ribattuti, che appoggiano sulle due scarpate rafforzate da cinquemila metri cubi di pietra di Moltrasio e 1.200 metri cubi di granito di Baveno. Un’opera imponente, per l’epoca il più grande ponte ad arco al mondo per dimensioni e il quinto per ampiezza di luce. Come la Torre Eiffel, ha rappresentato la celebrazione di una rivoluzione, sociale per la Francia, industriale quella italiana.

Capolavoro di archeologia industriale, lo è anche dal punto di vista architettonico, per come si inserisce nel paesaggio.

A un ponte, in passato, tanto amato dai praticanti del bungee-jumping (e purtroppo anche dai suicidi) non poteva non essere associata una leggenda metropolitana, secondo cui il progettista Röthlisberger si sarebbe suicidato (buttandosi dal ponte) prima del collaudo per timore di un fallimento. In realtà l’ingegnere svizzero morì di polmonite il 25 luglio del 1911 nella sua casa di Chaumont, dove era nato il 17 febbraio del 1851.