Il Canal Du Midi dal XVII secolo ad oggi

Costruito nel 1600 per collegare il Mar Mediterraneo all’Atlantico è oggi un itinerario turistico da percorrere in barca o lungo i viali che lo costeggiano.

Capolavoro di ingegneria idraulica e di architettura del paesaggio, il Canal du Midi, costruito nella seconda metà del 1600, è ancora oggi una delle realizzazioni tecniche più importanti dell’epoca moderna.

Il canal du midi: la storia

Il canale artificiale parte da Sète (porto francese sul Mediterraneo) e arriva sino a Tolosa, dove si immette nel canale laterale della Garonna, che affianca il fiume fino alle porte di Bordeaux, importante porto sull’Oceano Atlantico e oggi, per numero d’abitanti, quarta area metropolitana in Francia.

I due tratti formano il Canale dei due mari (Canal des Deux Mers) e consentono un collegamento navigabile tra il Mediterraneo e l’Atlantico, per decenni importante via d’acqua per il traffico delle merci e dal 1980 esclusivamente dedicato al turismo fluviale.

Aperto da marzo a novembre, registra mediamente un passaggio di circa centomila imbarcazioni all’anno. Per quasi tutta la sua lunghezza lo costeggia un duplice filare di alberi. Il paesaggio è mediterraneo e rilassante: vigneti, cipressi, pini, platani e, in estate, le cicale come colonna sonora.

Domina il verde, ravvivato dal giallo degli iris e il viola dei gladioli selvatici; dai campi di girasoli e di colza. Sullo sfondo dimore signorili e campanili gotici. In lontananza la sagoma delle colline e delle torri di Carcassonne.

Percorrere il canale è una piacevole esperienza. Si può seguirne il corso anche in auto, lungo strade poche trafficate e per molti tratti con piste pedonali o ciclabili. Ma il modo migliore per viverlo è naturalmente in barca.

Nei numerosi porticcioli si possono noleggiare case galleggianti e chiatte, oppure si può scegliere un’escursione in un’ampia gamma di crociere organizzate (per le crociere o il noleggio di battelli consultate: carcassonne-navigationcroisiere.com; locaboat.com; audetourisme.com).

Dal 1996, il canale del Midi, classificato Grande sito di Francia, è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità.

I principali luoghi attraversati

La maggior parte delle borgate lungo il Canale merita una visita. Ad esempio Villefranche-de-Lauragais, città fortificata (bastide) del XIII secolo, un tempo piazza del commercio del guado (pianta del pastel), i centri abitati in mattoni arancioni di Gardouch, Montgiscard, Ayguevives, o Revel sulle sponde del lago di Saint Ferrèol, che alimenta d’acqua il Canale.

Nella bella piazza principale di Revel ogni sabato ha luogo un caratteristico mercato (classificato tra i cento migliori di Francia), con 300 bancarelle, in parte coperte dalle volte della torre campanaria quadrata. Prodotti della gastronomia locale (come il fois gras, l’aglio rosa di Lautrec e la testa di maiale farcita) e “venditori di vivo” (polli, conigli e piccioni).

A pochi chilometri, sulle sponde del lago, il Musèe et jardin del Canal du Midi racconta la storia del Canale e del suo progettista.

Sète, porto industriale

Sète è un porto industriale sulla costa francese del Mediterraneo (per volume di traffico secondo solo a Marsiglia) e uno degli approdi dell’immigrazione italiana a fine Ottocento.

Ancora oggi il maggior gruppo sostenitore della squadra locale di calcio ha una denominazione italiana (Brigata verde bianca) e, per parte materna, sono di origine italiana le famiglie dello scrittore Paul Valery e del cantautore George Brassens, che qui sono nati.

Vale una visita Les Halles, il coloratissimo mercato coperto al centro della città, stracolmo di pesce, olive, frutta e prodotti locali.

Beziers

Città natale di Pierre-Paul Riquet, il creatore del Canal du Midi, Béziers nel 1209 fu il teatro di uno dei più grandi massacri della campagna contro l’eresia dei catari (detti anche albigesi dal nome della città di Albi, a 60 km da Tolosa).

Ventimila trucidati, senza distinzione tra eretici e cattolici, uomini, donne o bambini, perché, come disse Arnaldo Amaury, il monaco cistercense delegato papale che ordinò la carneficina: “Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi”.

Nonostante porti i segni evidenti della crisi economica di questi anni, elevati tassi di disoccupazione e molte serrande di negozi abbassate, Beziers è una città vivace e piacevole, con la sua cattedrale Saint-Nazaire, che si affaccia sul fiume Orb, lo scenografico Ponte Vecchio in pietra e il grazioso parco Plateau des Poètes, con laghetti, piante rare ed esotiche.

A pochi chilometri dal centro le chiuse di Fonsérannes costituiscono l’entrata trionfale offerta da Pier-Paul Riquet alla sua città natale. Le chiuse permettono alle barche che arrivano a Beziers dal Canale du Midi di superare un dislivello di ben 25 metri. Sono composte da nove paratoie che si aprono successivamente e otto vasche, su una lunghezza di 315 metri, fiancheggiate all’esterno da quattordici rampe di scale. Da non perdere lo spettacolo delle chiuse durante il riempimento e lo svuotamento delle vasche.

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Carcassonne

Splendida città fortificata medioevale, cinta da una doppia fila di mura merlate con 52 torri difensive. Tutto perfettamente conservato, tanto da non richiedere alcun intervento scenografico quando nel 1991 fu scelta come ambientazione per il Robin Hood di Kevin Costner.

Questo grazie all’intervento di restauro (e in parte di rifacimento stilistico, con “l’invenzione” dei tetti a cono delle torri) eseguito a metà Ottocento da Eugène Viollet Le Duc. Per passeggiare nei suggestivi vicoli e apprezzarne al meglio l’atmosfera è consigliabile la visita nelle ore serali, quando sono partiti i pullman dei turisti.

Castelnaudary

Qui fu inaugurato, il 15 maggio del 1681, il Canale (allora si chiamava Royal Canal du Languedoc). Castelnaudary è famosa per il suo piatto tipico, il Cassoulet, e per il Centro di addestramento della Legione straniera, storico corpo militare d’élite dell’esercito francese.

Il cassoulet, una delle pietanza preferite dal commissario Maigret di Simenon, è diffuso in tutta la nazione fin dal Medioevo. Prende il nome dal caratteristico recipiente in terracotta a forma di cono tronco, in cui vengono fatti cuocere per almeno due ore e a fuoco basso, fagioli cannellini, cosce d’anatra e di oca, stinco e cotenna di maiale, salsicce di Tolosa, carote, porri e sedano.

Nell’ultimo fine settimana di agosto la città ospita la Festa del cassoulet, un grande mercato gastronomico con sfilate, spettacoli teatrali e concerti.

Fondata nel 1831, a supporto della guerra d’Algeria, la Legione straniera fu impiegata in numerose battaglie in Crimea, Messico, Norvegia, Africa, Italia, Germania, Indocina e ancora oggi in missioni di peacekeeping. È formata per la maggior parte da soldati non francesi.

La selezione è molto rigorosa ma è ancora possibile arruolarsi con una identità fittizia e dopo cinque anni di ferma obbligatoria è possibile ottenere la cittadinanza francese, riappropriandosi della propria vera identità senza spese accessorie. Contrariamente al passato, non sono più ammessi candidati condannati per reati gravi.

Tra i legionari celebri che hanno indossato il Képi blanc (il caratteristico copricapo) e la fusciacca azzurra portata sotto il cinturone, un presidente della repubblica (Patrice de Mac Mahon), il padre di Sarkozy, il fratello di George Simenon, l’attore Philippe Leroy, Jean Marie Le Pen, il musicista statunitense Cole Porter, il cantante cubano Don Marino Barreto Junior e gli italiani Carlo Pisacane, il ministro fascista Giuseppe Bottai, il padre di Èmile Zola e il cantautore Stefano Rosso, morto nel 2008, quello di “che bello, due amici, una chitarra e uno spinello…” (Una storia disonesta, 1976).

Toulose

La chiamano la ville en rose, la città rosa, per i suoi tetti, le facciate dei palazzi, per i mattoni rossi che sono ovunque. Le Capitole, il municipio, ha otto colonne di marmo rosa.

Ma non c´è solo il rosso o il rosa: un altro colore che domina è il blu pastello, tintura ricavata da una pianta (l’isatis tinctoria o guado, detta anche la pianta del blu) la cui coltivazione ha fatto, nel Cinquecento, la fortuna di questa zona.

Dai guadagni ottenuti col commercio del pastello, infatti, hanno avuto origine gli edifici più belli del centro, fatti costruire dai mercanti dell´epoca che in omaggio al colore hanno dipinto di blu le ringhiere dei loro balconi. Tolosa, quinta città francese per numero di abitanti è anche considerata capitale europea dell’aeronautica perché qui si fabbricano gli Airbus.

Il Festival della convivenza

È un festival navigante sul Canal du Midi, che si svolge per tutto il mese di luglio ed è giunto alla sua ventesima edizione, con concerti di musica di artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscono a bordo di un battello attraccato ogni sera in uno dei vari porticcioli del canale.

L’ingresso è libero e il pubblico assiste agli spettacoli dalla riva dove vengono allestiti anche servizi di bar e ristorazione. È una vera festa popolare e multiculturale, nella tradizione di un nomadismo che unisce territorio e genti (informazioni sul sito http://www.convivencia.eu/festival-convivencia).

Il progetto e la sua storia

A costruire un canale che collegasse il Mediterraneo e l’Atlantico, evitando lo stretto di Gibilterra e i pirati che lo infestavano, con un risparmio di quasi tremila chilometri di navigazione attorno alla Spagna (un mese, in termini temporali), ci avevano pensato già i romani e Carlo Magno, che però si fermarono davanti alla complessità dell’opera.

Il problema fu affrontato anche dal grande Leonardo da Vinci durante il suo soggiorno in Francia presso la corte di Francesco primo, che ipotizzò una rete di canali di allacciamento tra i grandi fiumi che attraversavano il territorio e progettò il canale di Romorantin, che doveva collegare Rodano e Loira, immaginando lungo il nuovo percorso la nascita di una città ideale che secondo Leonardo avrebbe dovuto ospitare la famiglia reale, con un moderno impianto urbanistico, una rete di trasporti per persone e merci e il primo sistema di fognature.

Realizzare un corso d’acqua tra i due mari era quindi un’idea che avevano già avuto in tanti, ma nessuno aveva trovato il modo di alimentare questo canale. A trovare la soluzione fu un esattore delle imposte nelle terre della Linguadoca, Pierre-Paul Riquet (ingegnere per la sua passione della matematica e delle scienze, ma non per professione), che pensò di intercettare i ruscelli che scendevano dalla Montagna Nera a Sud del Tarn, in modo da deviarne il corso verso un serbatoio di raccolta, il bacino di Saint-Ferréol.

L’acqua veniva poi condotta attraverso la pianura del Lauragais fino al Seuil de Naurouze, il punto più elevato (189 m) lungo il tragitto del canale, e da qui, l’acqua avrebbe potuto scorrere con regolarità sul versante atlantico da un lato e sul versante mediterraneo dall’altro. Per valutare l’effettiva portata e i volumi dell’acqua, Riquet costruì un modello con chiuse, gallerie, condotte di scarico, delineando il tracciato definitivo del nuovo canale e lo presentò pubblicamente.

Il progetto convinse Jean-Baptiste Colbert, economista e ministro alla corte di Luigi XIV. Il Re sole, sempre alla ricerca di opere che celebrassero la sua grandezza, ne fu entusiasta. Con l’editto reale dell’ottobre del 1666 si dà avvio alla costruzione del canale.

L’investimento iniziale fu di tre milioni di libbre e fu ripartito tra la Tesoreria reale, la Contea di Linguadoca e lo stesso progettista. Il canale fu aperto alla navigazione il 15 maggio del 1681 mentre per l’apertura al traffico commerciale bisognerà attendere un altro anno. Purtroppo Pierre-Paul Riquet morì nell’ottobre del 1680, pochi mesi prima dell’inaugurazione della sua opera.

Nei 14 anni che furono richiesti per realizzare l’opera (in sintesi una via d’acqua di 240 km, larga dai 15 ai 20 metri e profonda almeno due) vennero impiegati 12.000 operai, che scavarono sette milioni di metro cubi di terra senza l’ausilio di macchine, e furono costruite ben 328 strutture funzionali (63 chiuse, 126 ponti, 55 acquedotti, 7 ponti-canale, sbarramenti, canali di scolo e un tunnel).

A partire dal 1686, per impedire possibili inondazioni, Sèbastien Vauban, famoso ingegnere e militare esperto in tattiche di assedio e fortificazioni, farà scavare una nuova diga (Les Cammazes) per prolungare il canale di scolo della Montagna nera e farà rinforzare lo sbarramento di Saint-Férréol, troppo piccolo in caso di piena, costruendo altri acquedotti e ponti canali.

Successivamente (tra il 1768 e il 1787) verranno completati l’allacciamento alla Garonna e tra il 1854 e il 1857 la costruzione del Canale sull’Orb per l’attraversamento di Beziers. Alla fine il costo totale dell’opera supererà i 15 milioni di libbre, il 70% in più della spesa iniziale prevista, soprattutto per i numerosi interventi decisi in corso d’opera, compresa la sistemazione paesaggistica che ha previsto la collocazione di oltre 190mila tra alberi di diversa taglia e cespugli allineati.

I platani malati

Per ridurre il movimento franoso e stabilizzare le sponde, nei primi anni del 1800 lungo il canale furono piantati 42mila platani.

L’allineamento di questi alberi, posti a 7-8 metri di distanza l’uno dall’altro, crea l’effetto di un colonnato, un monumento paesaggistico. Inoltre i platani filtrano la luce e proteggono dalla calura estiva.

Nel 2006 un’infezione fece appassire e successivamente morire molti alberi. Gli studiosi, che non hanno ancora trovato un rimedio alla malattia, la ritengono importata e dovuta a un fungo presente nei legni delle casse di munizioni americane che al termine della seconda guerra mondiale furono interrate in un parco a Marsiglia e che lentamente si è diffuso in tutto il Sud della Francia.

Nel 2011 si contavano già 2.500 platani distrutti e venne avviato un oneroso programma di sostituzione dell’intera piantagione, da attuare nel giro di venti anni e per una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro. Ci sono però problemi nel reperimento dei fondi necessari all’intervento e non tutti gli ottomila alberi finora abbattuti sono stati sostituiti. Per questo è in corso una sottoscrizione popolare (per informazioni e per partecipare alla raccolta potete consultare il sito www.replantonslecanaldumidi.fr).

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I cavallanti

Inizialmente il canale fu utilizzato prevalentemente da chiatte a vela di piccole dimensioni, con alberi facilmente abbassabili, per il commercio delle granaglie e del vino Bordeaux verso la riviera francese e l’Italia.

La nuova via d’acqua fu sfruttata anche per scopi militari da imbarcazioni che trasportavano truppe e armi.

Dall’apertura del Canale fino all’avvento dei mezzi a vapore, che iniziarono a essere utilizzati nel 1834, per superare i tratti controcorrente le chiatte e i battelli venivano tirati dalla riva con funi (alzaie) trascinate da cavalli. Gli uomini addetti a questa manovra vennero chiamati cavallanti e con i marinai e i custodi delle chiuse erano i protagonisti della vita che si svolgeva, spesso in condizioni difficili, attorno al canale.

Un mondo a parte, ritmi lenti, rituali ripetuti e paesaggi ovattati. Angoli di una Francia rurale e vite trascinate come i battelli lungo il fiume, spesso raccontati da Georges Simenon, che conosceva bene quegli ambienti e i personaggi che li frequentavano perché alla fine degli anni visse per lungo tempo su un’imbarcazione navigando canali in Francia e Belgio.

Tra i vari romanzi ambientati lungo i canali vi consigliamo Il cavallante della Providence, una delle 75 inchieste del commissario Maigret. Il paesaggio sullo sfondo è quello piovoso del Nord francese ma l’atmosfera e le cadenze del racconto vi faranno riflettere e immaginare anche come si svolgeva la vita nel secolo scorso lungo il Canal du Midi.